La crescita del premier è notevole: 62% rispetto al 58 del mese di agosto, ovvero più quattro punti in trenta giorni. Molto bene anche l’esecutivo nel suo complesso: 56,5% il livello di fiducia rispetto al 53 del mese precedente. Fermo invece al 57%, quindi nettamente sotto il capo del governo, il presidente della Repubblica. Stabile anche Renato Schifani, presidente del Senato, al 49%. Perde un punto rispetto ad agosto e cala al 54% il numero uno della Camera Gianfranco Fini.
Tra i ministri ‘medaglia d’oro’ a Giulio Tremonti, salito in settembre al 57% dal precedente 56. Segue in seconda posizione, stabile al 55%, Roberto Maroni. Al terzo posto (53%) Franco Frattini (in calo di due punti rispetto ad agosto), Renato Brunetta (stabile) e Maurizio Sacconi (stabile). Perde un punto e scende al 52% Angelino Alfano. Al 52% anche Ignazio La Russa, che segna però un incremento di due punti percentuali. Giorgia Meloni ferma al 50%. Stesso livello per Stefania Prestigiacomo, che però in un mese ha ceduto due punti. In calo dal 47 al 46% Sandro Bondi.
Per quanto riguarda le intenzioni di voto, a settembre si registra un vero e proprio boom del Popolo della Libertà al 42%, in salita rispetto al 40 di agosto e al 37,4 delle Politiche di quest’anno. Stabile al 9% la Lega Nord, comunque superiore al dato delle elezioni (8,3%). Movimento per l’Autonomia all’1,5%. Totale coalizione di maggioranza 52,5%, ovvero +5,7 nei confronti del 46,8% di aprile. Continua la flessione del Partito Democratico: a settembre la formazione guidata da Walter Veltroni è calata al 28%. La discesa è stata continua (29 ad agosto, 30 a luglio, 31 a giugno, 32 a maggio e 33,2% alle Politiche). Al contrario sale ulteriormente l’Italia dei Valori di Antonio Di Pietro, che tocca il massimo storico dell’8%, quasi il doppio rispetto alle elezioni (4,4), mentre un mese fa valeva il 7,4%.
In flessione anche l’Unione di Centro di Casini, che ha perso un punto e si ferma al 4% rispetto al precedente 5. La Sinistra Arcobaleno (insieme) è stabile al 3,5%. Scende dal 2,2 al 2% La Destra. Rimane all’1% il Partito Socialista. Gli altri sono all’1% dal precedente 1,4. La differenza tra le due principali coalizioni che si sono presentate ad aprile è attualmente di 16,5 punti a favore del Centrodestra. Ad agosto il vantaggio era di 14,1.