Oppure quando, in giardino, è steso a terra a giocare, coglie tra le sue mani un fiore e lo guarda incantato, sorridendo agli angeli che sono scesi giù in terra a salutarlo. Il granello di sabbia è come l’infinito di quel cielo diventato fiore, paradiso da cui proviene e sa di dover ritornare. C’è una invisibile interconnessione tra quegli elementi celesti e terreni che forma un tutt’uno agli occhi del fanciullo in grado di cogliere e discernere la complessità dell’intera creazione, osservandone la parte più minuscola in natura.
Un granello di sabbia, una foglia, un fiore, per cogliere l’intero ciclo della vita. Senza essere disturbato dalle diversità, dai contrasti, e dalla loro complessità. Solo un granello, un fiore, un cielo. E’ tutta l’intera storia della natura e della sua vita che scorre nelle sue mani e sotto i suoi occhi. Il battito di ali di una farfalla, il ronzio di un’ape, il vagare silenzioso di una formica…
Vedere il mondo in un granello di sabbia
E un paradiso in un fiore selvaggio,
Tenere nel palmo della mano l’infinito
E l’eternità in un’ora.
Sapere, potere e voler cogliere l’attimo della creazione nella sua rivelazione, in serena contemplazione, costituisce forse l’essenza del’infinito. Tutto è connesso. Ma è tutto ancora da scoprire. Ed è detto in questi quattro magici versi del poema che, come una sinfonia, si muove verso la scoperta del mondo. Quei versi sono anche il prologo, la promessa che la scoperta non sarà vana, perchè soltanto attraverso la visione delle semplici piccole cose della natura, si potranno dominare le grandi cose.
Non sarà mai troppo tardi riconquistare lo spirito della meraviglia con la quale tutti siamo nati, poveri o ricchi, bianchi o neri, ignoranti o intellettuali. Forse i poveri saranno più fortunati perchè meno oberati dal fardello delle cose inutili. Quante volte i nostri figli e nipoti li abbiamo sentiti esclamare: “Guarda papà, vedi nonno, senti mamma: una coccinella! Una farfalla! Posso prendere quella pietra colorata, quel fiorellino rosso? Hai sentito quel cinguettìo…”. Il candore genuino dell’innocenza sembra quasi fermare il tempo ed annullare lo spazio. L’infinito si presenta inaspettato nella sua semplicità. A World, a Heaven, The Eternity, per quel Bimbo, l’Uomo: figlio dell’Universo.
cinsiam
03 Jul 2009 - 17:27 - #1Sono d’accordo con te, sono versi emozionanti, davvero. Grazie per questo intervento :-)