
Nel mercato d’oltreoceano e anglofono in generale, le commedie di maniera costruite attorno alle tematiche LGBT sono estremamente ricercate anche dal pubblico non di nicchia.
Come mai allora è così difficile trovare commedie, film e rappresentazioni di buon livello con personaggi omosessuali nella produzione mainstream in lingua italiana?
Forse è perché nessuno le ‘commissiona’. E quindi non ci sono incentivi per i professionisti.
E la produzione è endemicamente penalizzata da una scarsità di finanziamenti e di risorse.
E se a scrivere di tematiche omosessuali sono autrici o autori gay, c’è il rischio che la produzione venga percepita come dilettantistica o autoreferenziale o politicizzata.
Se sono eterosessuali, c’è il rischio (o la paura) che per poca conoscenza delle tematiche rappresentate, l’opera si fermi a uno stadio puramente farsesco, che resti in superficie senza ‘centrare’, senza superare i risvolti comici delle situazioni stereotipate.
Restringendo il campo al femminile, che cosa bisognerebbe portare in scena per essere autentiche e leggere, aguzze e divertenti? Che cosa vorremmo vedere?