
La castagna è stata nel XVIII secolo, in Francia, al centro di diatribe tra regioni del Sud, per le quali rappresentava un alimento fondamentale per le popolazioni e quelle del Nord che tendevano a screditarlo.
Venivano addotte talvolta motivazioni fantasiose: il castagno non necessita di cure colturali pesanti come ad esempio per i cereali, e questo rendeva secondo alcuni pigre e sottosviluppate le popolazioni, più vicine agli antenati raccoglitori o agli animali.
La reazione dei notabili francesi meridionali a queste critiche, che venivano dalle elite di agronomi dell’epoca, hanno fatto assumere al castagno un ruolo simbolico di libertà e di uguaglianza.
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