
Essenziale per la vita, il cibo viene associato alla donna dal punto di vista dei rituali di preparazione e, oggi, anche a causa della grave emergenza legata ai disordini alimentari.
Il Museo Archeologico Regionale di Aosta ospita l’originale mostra “Donne e cibo nell’arte. Le immagini affamate. Dalla natura morta ai disordini alimentari”.
La rassegna indaga la complessa relazione tra donne e cibo attraverso il linguaggio proprio dell’universo artistico femminile: dalla pittura alla scultura, dalla performance al video, dalla fotografia all’installazione.
La mostra può essere visitata fino al 7 maggio, tutti i giorni dalle 9 alle 19.
Il percorso espositivo si apre con un’ampia sezione antica, con nature morte realizzate da artiste attive tra XVI e il XVIII secolo (Orsola Maddalena Caccia, Fede Galizia, Giovanna Garzoni) e opere “di genere” eseguite da artisti quali Bernardo Strozzi, Vincenzo Campi, Adolfo Petrazzi che rappresentano donne impegnate nella preparazione e nella vendita del cibo e, più raramente, ritratte a tavola mentre mangiano.
Il percorso prosegue con la sezione dedicata alle avanguardie storiche e del ventennio, da Meret Oppenheim (autrice di numerosi feticci erotico-alimentari), a Edit Walterovna Broglio, Pasquarosa e Lalla Romano.
Ai linguaggi contemporanei che raccontano del cibo, dei suoi abusi tra piacere e ossessione, è dedicata l’ultima sezione con le opere di Alison Knowles, Martha Rosler, Jana Sterbak, Odinea Pamici e Iaia Filiberti.
- Le “immagini affamate” in mostra ad Aosta