
In Italia sono numerose le strutture oggetto di contestazione territoriale ed il fenomeno Nimby ha assunto proporzioni rilevanti, coinvolgendo soprattutto impianti legati al ciclo di trattamento dei rifiuti e infrastrutture energetiche o per i trasporti; si veda ad esempio il movimento “No Tav” o quello legato allo smaltimento dei rifiuti nucleari, sfociati nell’ulteriore degenerazione acritica del Nimby, e riassumibile nell’acronimo BANANA, “Build Absolutely Nothing Anywhere Near Anything” (non costruire assolutamente nulla vicino a qualcosa).
Al top delle polemiche la tratta ferroviaria ad Alta velocità Torino-Lione; seguono il termovalorizzatore di Trento, la centrale di Bertonico, il termovalorizzatore di Firenze, il rigassificatore di Brindisi e la centrale eolica di Scansano. Se da un lato l’atteggiamento di rifiuto dei cittadini è comprensibile, mentre quello dei movimenti ambientalisti spesso può definirsi strumentale, dall’altro si deve constatare che purtroppo - secondo quanto riportato dal Primo Convegno Nazionale Nimby Forum (tenuto a Roma nel luglio 2005) - in Italia solo nel 3% dei casi erano state avviate iniziative di consultazione e informazione delle comunità locali prima dell’inizio dei lavori.