Una cerimonia suggestiva ed emozionante che ha luogo la domenica di Pasqua in Piazza del Duomo a Firenze. Migliaia di turisti, di curiosi e tanti fiorentini, si ritrovano “in piazza” per vedere “I’ Brindellone” ovvero il carro che verrà incendiato dalla colombina. Venti minuti circa di scoppi e spettacoli pirotecnici durante i quali l’antico carro quasi scompare in una bolgia di nubi, lampi e schianti: una pioggia fragorosa di scintille rosse, verde, viola, bianche e blu.
Solo piano piano, I’ Brindellone riappare dietro al fumo e con lui tornano visibili i marmi del Battistero, della Cattedrale di Santa Maria del Fiore e del Campanile di Giotto.
Una celebrazione cara ai fiorentini, che secondo la tradizione, riferita dall’antico cronista fiorentino Giovanni Villani (Cronica, libro I°, cap. IX), sarebbe da collegarsi alla prima Crociata, predicata a Firenze dal vescovo del tempo Ranieri ed alla quale parteciparono oltre duemilacinquecento concittadini, al comando di Pazzino di Ranieri de’ Pazzi.
La cerimonia è preceduta da un lungo corteo: scortato da 150 fra armati, musici e sbandieratori del calcio storico fiorentino, il carro si muove dal piazzale di Porta a Prato , trainato da due paia di buoi infiorati ed arriva al solito posto, in piazza del Duomo, fra il Battistero e la Cattedrale. I buoi vengono prontamente staccati ed un più moderno filo di ferro, che sostituisce la corda sugnata, viene teso a circa sette metri di altezza, da una colonna di legno, posta per l’occasione al centro del coro, fino a giungere al carro.
Lo scoppio del carro è un momento sempre emozionante anche per le sorti della colombina. Dal Duomo viene dato fuoco alla miccia della colombina che, sibilando, va ad incendiare i mortaretti ed i fuochi d’artificio sapientemente disposti sul Brindellone: una volta incendiati gli artifici, la colombina deve tornare indietro all’Altare Maggiore, da dov’è partita, ripercorrendo da sola il percorso di andata. Il buon esito di questo “ritorno” è considerato di buon auspicio per tutto l’anno. Per la cronaca, l’ultima volta che la colombina fallì tale “rientro” fu il 1966, e a novembre ci fu l’alluvione.