Hollywood Life rende omaggio alla Palma d’oro 2009 Il nastro bianco di Michael Haneke, raccogliendo alcuni tra i più significativi pareri della critica italiana. Partiamo dal pezzo di Mariuccia Ciotta, comparso su Il manifesto del 22 maggio scorso. Eccone un estratto:
Attirato dalle dinamiche della perversione, Haneke (studioso di filosofia, psicologia e regista di teatro) realizza un film collettivo composto di quadri fissi, una sequenza di fatti ordinari disturbati da strani, perturbanti episodi in un crescendo di misteri e orrori inspiegabili. Il medico del paese cade rovinosamente da cavallo, qualcuno ha tirato un cavo nell’erba, un campo di cavoli è devastato da una falce, il figlio del barone viene ritrovato frustrato a sangue, brucia il fienile della dimora patrizia, un ragazzino handicappato è sottoposto a crudeli sevizie che lo acciecano, morti inspiegabili, suicidi… Rituali punitivi che restano senza nome. Ma non siamo a Twin Peaks. Qui regna una calma mortifera, dominata dalle direttive del pastore che educa i suoi figli a una totale ubbidienza in nome dell’«innocenza», simboleggiata da un nastro bianco che i bambini sono tenuti a portare al braccio, se sbagliano, frustrate per il «vostro bene».