
Fonte: CITY di martedì 16 ottobre 2007.
D.L., una donna di 54 anni, è morta lo scorso 27 settembre a Bologna, dopo un intervento di asportazione di un rene. Può capitare, certo, anche se invocare la fatalità non contribuisce a mitigare il dolore dei famigliari.
Quello che non deve capitare è di subire un intervento chirurgico del genere - e morirci - a causa di uno scandaloso scambio di TAC con un’omonima, così come è successo a questa donna.
Ce ne sarebbe abbastanza per fermarsi qui. E invece ieri G.C., chirurgo e dirigente medico del S. Orsola-Malpighi di Bologna, è finito agli arresti domiciliari con l’accusa di aver modificato la cartella clinica della donna deceduta, aggiungendovi le prescrizioni di una terapia anticoagulante che invece non venne mai fatta e che potrebbe essere stata la causa della morte di D.L.
L’avvocato Luca Sabbi, legale dei famigliari della vittima, commenta così: “Per i figli questo è un dolore ancora maggiore, perché a una catena di errori gravi, si aggiunge il tentativo di coprire delle reponsabilità“.
Ci auguriamo che sulla vicenda venga fatta al più presto completa chiarezza. E di non dover più assistere a queste vergogne sulla pelle dei malati.
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