
ritardare la pensione elisir di lunga vita
Roma, 21 ott. (Adnkronos Salute) - Ritardare la pensione vero e proprio ‘elisir’ di lunga vita. La prova? Per chi lascia ufficio e colleghi a 55 anni il tasso di mortalità è quasi doppio rispetto a quanti abbandonano il posto di lavoro a 65 anni. A rivelarlo è uno studio pubblicato sul ‘British Medical Journal’, che ha coinvolto 3.500 impiegati di un’industria petrolchimica, alcuni andati in pensione a 55 anni, altri a 60 e altri ancora a 65 anni.
”Lavorare attiva la mente - commenta Baroness Greengross, a capo dell’International Longevity Centre Uk - e aumenta l’autostima, ci fa muovere di più e ci induce ad avere relazioni personali e sociali continue. Tutto ciò rappresenta un significativo contributo per vivere meglio e mantenersi in forma”……
”Le aspettative di vita sono aumentate - aggiunge Gordon Lishman, direttore generale dell’Age Concern - e chi oggi a 40-50 anni ha buone probabilità di vivere fino a novant’anni. Molte persone vogliono lavorare più a lungo e far slittare più in là i tempi della pensione, ed è perciò necessario un approccio flessibile che consenta loro di farlo mantenendosi attivi. …… (Ile/Adnkronos Salute)
E’ il lavoro intellettuale che stimola la funzionalità cerebrale.
Se il cervello è allenato può andare oltre ai suoi limiti.
Un pensionato delle ferrovie, che si è dedicato allo studio, è ‘ diventato uno dei maggiori esperti italiani di cultura araba e di religione mussulmana.
Conosce e scrive in arabo e in ebraico.
Ha scritto un libro molto apprezzato e conosciuto in Iran, dove è stato ospite.
Stimolare la mente, andare oltre i limiti abituali,
rendendo un valore l’esistere.
Qual è il segreto?
Potenzialità da super-uomo?
Considerare gli altri come dei pericolosi rivali?
No, niente di tutto questo.
La competitività esagerata è controproducente, aumenta la sensazione di inadeguatezza, comporta stress, spinge alla ricerca di “aiutini” pericolosi, nel tempo, e livella la preparazione verso il basso, ricercando il risultato per il risultato.
Ma il risultato non è sempre “la conoscenza”
La conoscenza richiede tempo e approfondimento.
Il segreto è di accettare e conoscere i propri limiti per poi superarli.
Il segreto è di guardarsi intorno e di saper guardare, ascoltare e percepire gli altri, per imparare da loro e per trasmettere loro quello che siamo.
Il segreto è correre e vincere la propria personale olimpiade senza necessariamente correre quella di tutti.
Passo dopo passo, “goccia dopo goccia .mi ritroverò mare”
Ed in quel mare, in quell’allargamento di prospettive ritroverò la mia terra, che non necessariamente sarà un’isola.
E se così non sarà .ripartirò per un altro viaggio.
Riproduzione riservata Gilberto Gamberini
Foto riprodotte a fini didattico educativi