
la donna beve da sola, raramente lo fa in pubblico, si nasconde, lo maschera con profumi , ma è una inutile illusione…
perchè lei comunque lo sa….
Spesso è una donna trascurata, trascurata dagli altri, nel corpo e nei sentimenti, e diventa trascurata lei stessa nel vestire quando è preda dell’alcool, è una donna non amata o che si sente tale, è una donna che si sente inutile e finita
e che si lascia progressivamente andare, disinteressandosi a tutto e perdendo la fiducia in se stessa, nelle sue possibilità e nel suo futuro. Spesso è maltrattato dai famigliari chi beve e questo accentua ancora di più la sua solitudine e lo stimolo a bere.
La prima cosa da fare è evitare questo atteggiamento, e costruire una alleanza con lei,
come diceva M.H.Erickson devi essere te stesso quando parli, perché nella comunicazione inconscia, le mille sfumature e contraddizioni del tuo essere come sei dentro appaiono e vengono recepite dall’altro come lo stridore del gesso sulla lavagna.
Non devi condannarla, ma comprenderla, non devi giudicarla ma ascoltarla.
Devi frammentare quello che dice, devi frammentare il racconto della sua esperienza, per poter cogliere l’attimo in cui Intervenire per spiazzare il circolo vizioso dei suoi ragionamenti
che la porta alle solite conclusioni devastanti per la sua vita e per il rispetto di se stessa.
E’ un processo mentale che devi bloccare sul nascere prima che divenga una valanga inarrestabile.
Lei ti dice “ ero depressa, ero giù, mi sentivo una cacca ed allora ho bevuto”
Tu rispondi “ va bene farei anche io come te se fossi solo e se non avessi nessuno in quel momento vicino, anche solo per sfogarmi. Ma io voglio sapere il dopo dopo cosa è successo?”
Il processo del ricordare….
Lei ti dice “ho bevuto tutto in un sorso, mi sono sentita subito meglio, stavo Bene..”
Ma allo stesso tempo è stupita, piacevolmente stupita che tu non l’abbia condannata, come lei si è condannata o come teme o ha la certezza che lo abbiano fatto gli altri.
Tu rispondi “ dopo cosa hai fatto?”
Lei dice “Dopo… ho bevuto ancora e poi ancora finchè ho finito la bottiglia
anzi no non l’ho finita tutta ho riempito con l’acqua quello che mancava , in modo che gli altri non se ne accorgessero .altre volte quando la finisco ne metto una bottiglia uguale, al posto di quella..”
Tu rispondi “ io voglio sapere il dopo .dopo alla fine come ti sei sentita? Alla fine di tutto come ti sei sentita?”
Lei dice “Posso dirlo dopo mi sentivo una cacca una m …”
Tu rispondi “ era questo che intendevo baby
mi viene in mente Hunphrey Bogart…ma comunque questa affermazione apparentemente stupida fa bene perché fa ridere la paziente che non se l’aspetta e può anche spiazzarla, inoltre aumenta la sua attenzione su di te e diminuisce quella su se stessa come afferma M.H.Erickson
è un paradosso, che si svolge ad un livello comunicativo diverso….
era questo dopo che intendevo ti sentivi alla fine peggio molto peggio .ed allora perché non ci fermiamo prima?
Vedi tu sei caduta capita di cadere a noi umani ma invece di rialzarti e dire a te stessa sia pure a fatica mi rialzo sei rimasta a terra Ti sei sbucciata il ginocchio ed invece di medicarlo ti sei data una martellata su quel ginocchio che ti faceva male Vedi..ascolta .è come una valanga una valanga inizia come un piccolo sasso che cade dalla montagna e poi scivolando sul crinale si alimenta con quello che trova..
sempre di più finchè diventa una cosa diversa da quella iniziale un mostro largo 1 chilometro .non puoi fermare un mostro di 1 chilometro ma 1 sasso si un sasso lo puoi fermare ..Fermiamo insieme quel sasso è facile Una altra cosa volevo dirti quando cadi impara a sorridere del tuo cadere e sorridendo devi dire a te stessa se non fossi caduta non mi sarei resa conto di tante cose
non mi sarei resa conto di come si sta bene in piedi .
M.H.Erickson iniziò ad amare la vita quando si rese conto di essere vicino alla morte .tirati su baby Quando berrai il prossimo bicchiere ti fermerai ti fermerai a quel bicchiere e dirai a te stessa .guarda come sono stata brava a fermarmi sono veramente eccezionale
sono caduta ma mi sono rialzata .
non permettere alla valanga di prenderti Io sono qui accanto a te per aiutarti e tu sei una donna meravigliosa .che gliela può fare .e gliela farà sei bravissima .E vedi che ora già sorridi perché cominci a comprendere che la forza sta in te .dentro di te e non altrove . In quello che fai c’è la tua forza cercavi lontano .ed invece era in te era nella tua testa nella tua anima . Era a pochi centimetri dal tuo cuore
sei stata bravissima a fermarti brava veramente brava E se cadrai ancora non importa fermarti un attimo a pensare a quello che ti ho detto sarai bravissima a mettere via quella bottiglia a chiudere quel tappo e ti compiacerai di te stessa di quello che stai facendo .e ti sentirai bene perché avrai finito di fare del male a te stessa .e quando arriveranno a casa i tuo famigliari
potrai dire sapete oggi ho bevuto ma mi sono fermata non mi sono martellata il ginocchio non sono stata presa dalla valanga .sono stata brava .e da ora .da adesso in poi chiamatemi baby
Ti guarderanno tutti come una deficiente ma tu sai che non lo sei avrai dopo il tempo di spiegare ma intanto un sorriso che ti partirà da dentro ti illuminerà gli occhi e con quegli occhi
potrai guardare in faccia .tutti coloro che ti amano e che tu ami.”
Il nuovo nome “baby” può essere come sosteneva .M.H.Erickson può essere parte anche essenziale dell’inizio di un cambiamento comunque già in atto.
Non illudiamoci che tutto questo basti ci vorrà molto di più
Diamo tempo alle cose di nascere e diamo tempo affinché crescano.
Se un problema è cronico ci vorrà del tempo per risolverlo.
Ma quello che successe per giorno fu l’inizio del cambiamento….
Le cose accadono perchè vogliamo intensamente farle accadere….
“Chiamatemi baby”
Cambiatemi nome…perchè non sono più quella che ero….
un nome implica una storia ed un vissuto…
accettare il cambiamento del proprio nome
significa desiderarne un altra nuova e diversa….
Riproduzione riservata Gilberto Gamberini
foto riprodotte a fini didattico esplicativo