
La violenza e la censura
Vi sono delle valutazioni dal punto di vista della comunicazione,
supportate dalle statistiche.
Sassi dal cavalcavia,
incendi delle auto sono, spesso,
risultati incentivati ed emulati,
dopo che se ne è parlato sui mass media.
In un mondo dell’apparire a tutti i costi,
in tal senso,
gli esempi negativi dovrebbero essere censurati,
perché la notizia stimola inconsciamente il fatto.
Bisognerebbe parlarne dopo che i colpevoli sono stati presi.
Ciò garantirebbe la completezza della informazione
e l’annullamento della notizia negativa con quella positiva,
perché è l’impunità che risulta dirompente.
In Francia dopo il periodo degli incendi alle auto e delle violenze nelle periferie
si è visto, statisticamente, che gli incendi alle auto e le violenze aumentavano esponenzialmente alla pubblicizzazione televisiva degli stessi,
chi incendiava le auto attendeva la notizia e l’immagine televisiva
per rendersi più importante, ed aumentare il proprio potere nel proprio gruppo.
Paradossalmente i gruppi entravano in competizione tra loro per contendersi il primato delle violenze.
Un incitamento alla violenza
Anche il parlarne e la violenza verbale fanno parte di questa istigazione,
subdola e inconscia.
e’ dimostrato che chi urla più forte è recepito come quello che ha più ragione.
Vi è un rapporto tra il nudo e la disponibilità della “donna oggetto” in tv e l’aumento della violenza alle donne?
Tutto fa audience, tutto fa violenza .
non facciamoci violentare .
Se non per piccoli e condivisi baci .
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Dall’ Ottobre 2007 a Maggio 2008