
Psicoterapia del lager e della violenza di Elisabeth Fritzl
nooo….neppure possesso…
è qualche cosa di più aghiacciante…
sputare sull’uomo…..
Elisabeth Fritzl, la donna, abusata dal padre,
resa madre di ben 7 figli,
tenuta segregata per 24 anni dal padre nella sua casa in Austria,
anzi, pardon, troppo onore,
una figlia è meno di una bestia,
un ratto da tenere sotto terra….
segregata in cantina assieme a 3 dei suoi 7 figli,
che non hanno mai goduto di un raggio di sole,
perché le stanze, interrate, erano senza collegamento verso l’esterno.
Una porta, controllata elettricamente,
come in lager.
Mancava la musichetta di Rosamunda suonata dagli internati .
Ma il settimo figlio nato dall’incesto, quando morì, poco dopo il parto,
fu portato via dal padre che ne bruciò il cadavere.
La moglie del Fritzl non sapeva ..
3 figli segregati in cantina
ed altri 3 invece con la possibilità di vivere, sopra nella luce, coi nonni,
che andavano regolarmente a scuola .
Eppure nessuno sapeva
Disturbi della memoria e dell’inconscio individuale e collettivo .
Il quadro è lo stesso, già visto e che, purtroppo, rivedremo
Cose di Austria? ..nooo .
Riguardano tutti
Nuove realtà che superano la finzione cinematografica,
violenza senza limiti,
dall’omicidio al sequestro,
dalla pakistana Hina,
alla Natascha Kampusch,
poco importa che sia un estraneo o il padre,
il disegno è lo stesso e riguarda solo l’autore del quadro,
perché il contenuto è considerato solo colore,
anzi una materia grigia informe,
senza anima.
esistono ancora dei principi dell’umanità?
Una notizia confortante Natascha Kampusch offre sostegno psicologico ed economico.
Il senso della memoria: ricordare per cambiare.
Chi è morso dal mostro rifiuta di diventare vampiro
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