Non credo che scrivere un libro dia ad un uomo più diritti rispetto ad un altro uomo.
Se Battisti ha avuto la possibilità di godersi la prigione dorata di Parigi, col solo imbarazzo di scegliersi questo o quell’altro itinerario, altri non hanno avuto questa opportunità.
Se Battisti ha potuto scrivere i suoi libri, altri non hanno avuto la possibilità di scriversi il loro.
Se Battisti ha potuto scegliere di fare cose degne e che lo hanno reso famoso,
anche gli altri, le vittime, avevano lo stesso diritto.
E anche se, quegli ultimi avessero fatto delle cose banalissime e senza importanza e anche se la loro vita fosse corsa senza neppure il trillo di un campanello,
loro avevano il diritto di vivere la loro vita.
Bene ha fatto il sindaco di Parigi ad adottare Cesare Battisti e a proteggerlo ispirandosi alla dottrina Mitterand e ai radicati principi che ispirarono la rivoluzione francese “libertè egalitè fraternità”
“i diritti dell’uomo” ma altrettanto bene avrebbe fatto ad adottare e a proteggere i diritti dei morti,
di coloro che vengono solo ricordati e rimpianti, ma mai rispettati.
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