A metà dello scorso mese di novembre si è svolto in Svizzera, più precisamente a Lugano, nei saloni del prestigioso Hotel Villa Principe Leopoldo, la prima edizione del “Mondial du Merlot”, patrocinato e organizzato dall’”Office International de la Vigne e du Vin”, dall’Unione Svizzera degli Enologi e dall’Associazione Svizzera dei Sommeliers Professionali. Ad aggiudicarsi l’ambito premio come miglior Merlot del mondo è stato lo statunitense “Hahn Estates Merlot Monterey 2006″ della Hahn Family Wines di Soledad. L’appuntamento è stato il primo concorso mondiale del Merlot, un sogno di Alberto Rota, organizzatore dell’evento. Una realtà che fin dal suo esordio è stata premiata da un ampio consenso e dalla partecipazione di ben ventiquattro nazioni, con 278 vini in gara di otto diverse annate.
E se gli svizzeri, ottimi produttori di Merlot, hanno ottenuto undici medaglie d’oro, ben tre sono state attribuite a vini italiani, esattamente al “Clos Roareti igt Veronese 2006″ di Guerrieri Rizzardi di Bardolino (nella foto la sua etichetta), che avremo modo di recensire sulle pagine della Guida tra qualche giorno, a “La Macchia Pavia Rosso igt 2000″ dell’azienda Bellaria di Paolo Massone di Casteggio e al “Merlot doc Piave 2007″ dell’azienda di Sandre di Campo di Pietra di Salgareda.
Un’occasione che ha messo in evidenza l’eccellenza dei produttori di Merlot di tutto il mondo, sottolineando le qualità e le diverse espressioni del vitigno, ma anche un’opportunità di confronto tra i produttori e un osservatorio privilegiato per le tendenze del settore. Vicente Sanchez Migaillon, vicepresidente della “Federazione Spagnola degli Enologi”, si è espresso a nome degli esperti degustatori, rappresentati per il 60 per cento da enologi, per il 20 per cento di sommeliers e 20 per cento di giornalisti, che hanno partecipato al concorso. «È stato molto interessante ritrovare le diversità del Merlot, uno dei vitigni più coltivati al mondo, e intuire l’ampio ventaglio di tipicità che si cela dietro ogni regione di produzione: stili diversi, quindi, ma tutti estremamente avvincenti», ha detto soddisfatto l’enologo spagnolo.